Non sono un esperto, ma sono onnivoro
Dicevamo? Ah sì, lungi da me considerarmi come un critico musicale o quanto meno un esperto, in compenso però sono un avido onnivoro senza apriorismi, ma soprattutto qualcuno d'estremamente curioso, quindi quando mi capita l'occasione ne approfitto per veicolare o smazzare (se preferite). Nel caso specifico non è una mia scoperta, tengo a specificarlo perché non mi piace attribuirmi meriti che non mi appartengono, comunque sia mi è capitato tra le mani -thanks bro- “Behind the Barricade” il terzo EP dei TheTiesAndTheLies, l'occasione è ghiotta e non me la lascio sfuggire... allora bando alle ciance e parliamo di musica, o se preferite balliamo d'architettura (cit.).
Dopo un primo triplice ascolto che mi ha positivamente sorpreso sono giunto a diverse conclusioni. Questi bolognesi hanno un suono pulito ed una modalità di composizione decisamente onesta, certo hanno uno stile e delle sonorità che si avvicinano agli Interpol e agli Editors, però non se la raccontano. Presentando un opera in quattro atti, che come nella migliore tradizione ha brani che si assomigliano e che compongono un unicum riconoscibile con un inizio e una fine.
Piccola digressione: la ripetitività non è obbligatoriamente un difetto, anzi secondo me si può tradurre in una scelta di coerenza, e poi spesso e volentieri quando alcuni album presentano brani troppo differenti tra di loro viene mossa la critica opposta, quindi trovo veramente inutile far notare, come spesso accade, che "i brani sono tutti uguali". Fine digressione.
Siccome mi piace contraddirmi il brano che preferisco è ovviamente l'unico diverso, quello senza titolo, che non so perché, ma a me ha subito fatto pensare ai Trail of Dead e soprattutto all'ultimo doppio album dei System of a Down in particolare i pezzi che terminano Hypnotize cantati da Daron Malakian, ovviamente il tutto in versione light.
E qui concludo perché mi conosco e potrei continuare a sproloquiare per ore....
Dopo un primo triplice ascolto che mi ha positivamente sorpreso sono giunto a diverse conclusioni. Questi bolognesi hanno un suono pulito ed una modalità di composizione decisamente onesta, certo hanno uno stile e delle sonorità che si avvicinano agli Interpol e agli Editors, però non se la raccontano. Presentando un opera in quattro atti, che come nella migliore tradizione ha brani che si assomigliano e che compongono un unicum riconoscibile con un inizio e una fine.
Piccola digressione: la ripetitività non è obbligatoriamente un difetto, anzi secondo me si può tradurre in una scelta di coerenza, e poi spesso e volentieri quando alcuni album presentano brani troppo differenti tra di loro viene mossa la critica opposta, quindi trovo veramente inutile far notare, come spesso accade, che "i brani sono tutti uguali". Fine digressione.
Siccome mi piace contraddirmi il brano che preferisco è ovviamente l'unico diverso, quello senza titolo, che non so perché, ma a me ha subito fatto pensare ai Trail of Dead e soprattutto all'ultimo doppio album dei System of a Down in particolare i pezzi che terminano Hypnotize cantati da Daron Malakian, ovviamente il tutto in versione light.
E qui concludo perché mi conosco e potrei continuare a sproloquiare per ore....
Tracklist:
1- Fall
2- August is for city lovers
3- Untitled
4- The bombs over town
Etichette: music_pusher, TheTiesAndTheLies