Tralasciando una prima parte di serata decisamente troppo farcita di
milanesitudine, aree vip, orari fatti alla cazzo* et similia, devo proprio ammettere che - per l'ennesima volta - sono stato completamente spiazzato** dai
Soulwax: mi aspettavo che eseguissero
le vecchie Nite Versions, per poi dedicarsi ai nuovi remix solo in veste di
2 Many Djs a concerto terminato. Errore, i belgi in bianco decidono di interpretare a modo loro il concetto di
cover band (no, non sto scherzando!), rinunciando per alcuni brani al campionamento della parte vocale e rifacendo anche queste parti - perlopiù con un filtratissimo vocoder.
Delle vecchie
Nite Versions di Any Minute Now rimane solo una sfrontata
NY Lipps, tutto il resto arriva da
Most Of The Remixes. Si parte con
Rocket Ride -
il buon vecchio zio Felix Da Housecat! - ed iniziano le danze, intervallate da boati ad ogni cambio pezzo. Ammetto di aver ceduto alla tentazione di un po' di sano sing along fuori contesto, ma non sono stato l'unico.
Già solo per la versione
Shibuya di
Robot Rock valeva la pena di esserci, figuratevi poi quando la scaletta contiene chicche del tipo la ellecidiana
Daft Punk Is Playing At My House (diventata per l'occasione Soulwax Is Playing At My House),
Gravity's Rainbow (Klaxons),
Standing In The Way Of Control (The Gossip),
Phantom pt. II (Justice),
Hold Your Head Up*** (Arthur Argent),
Seventeen (Ladytron). La cosa che maggiormente mi stupisce dei
Soulwax è la facilità con cui riescano a far digerire l'impossibile anche ai peggiori
audiosnobboni****: mai e poi mai avrei pensato di poter apprezzare - e ballare -
Can't Get You Out Of My Head di
Kylie Minogue, come invece è successo.
Nonostante qualche sparuta - nonchè brevissima - pausa tra i vari pezzi, la veste scelta per questo live è ben più simile ad un set orientato al dancefloor che ad un classico concerto, fatto che ha comportato necessariamente una decisa sforbiciata ad alcuni titoli; ciò ha causato, in qualche caso, il sacrificio di alcune di quelle psicocavalcate scuotitesta, le medesime per cui i fratelli Dawaele si sono velocemente guadagnati la piena fiducia su molti dancefloor. Va però detto che tutto ciò ha giocato a favore del risultato finale.
Promossi a pieni voti, ma su questo non avevo dubbi.
cru 7 do*: l'headliner suona alle 22:30, il gruppo spalla a mezzanotte, l'ultimo attesissimo evento all'una; dopo un'inestistente coda - grazie allo scontatissimo "mobile ticket inculabagarini" - alle 9 e spicci noi eravamo già dentro, a sorbirci un molesto vocalist/presentatore: buona tattica per fornire un po' di spettatori per i vincitori del contest collegato, ma la prima regola di un evento promozionale dovrebbe essere "non far girare i coglioni al tuo pubblico". Dichiarate gli orari e rispettateli, cazzo!
**: youtubare tutte le tappe precedenti di un tour rischierebbe di far perdere il fattore sorpresa, non sia mai!
***: "...don't ever let them know", parole sante!