Un suono grezzo, primitivo, minimale ma al contempo farcito di riferimenti: questo era ciò che mi aspettavo ed è ciò che ho ottenuto ieri sera dai
White Stripes.
Ogni giorno impariamo nuove ed inutili "etichette" per definire generi e sottogeneri musicali, ma il duo di Detroit rimane fedele alla definizione primaria di rock. Interi decenni vengono abbracciati con pochi tocchi di plettro, i tecnicismi vengono lasciati a chi pratica l'onanismo musicale:
The White Stripes dal vivo suonano "sporco", ma in maniera eccezionale ed adatta al momento.
Il palco è letteralmente farcito di strumenti vintage e l'allestimento non è da meno: sfondo rosso, pochi faretti piazzati in maniera tattica per creare suggestive ombre ed una enorme palla stroboscopica. La dimensione ottenuta è fuori dal tempo.
Si inizia con
Dead Leaves & The Dirty Ground, un ottimo modo per far capire quale sarà la scaletta della serata: guai a parlare di tour promozionale
"vi spariamo mezzo album nuovo e poi qualche contentino",
Jack estrae dal cilindro eccezionali chicche dagli album passati, accolte con autentici boati dal pubblico.
Pogo ridotto ai minimi termini dalle condizioni del suolo, in vari momenti ho rischiato di perdere letteralmente le scarpe nel fango appicicaticcio, ma ho compensato spellandomi letteralmente le mani a furia di applaudire entusiasta.
Icky Thump risulta davvero piacevole dal vivo, con
Jack che si divide tra la chitarra ed il moog in rapidissima successione. Non immaginavo questo approccio
"faso-tuto-mi", riproposto anche per altri pezzi in maniera ineccepibile. Nel frattempo riesce pure a provocare da parte del pubblico un signor handclapping di supporto, nonostante
Meg mi abbia stupito: avevo sentito di una sua presunta scarsissima tecnica, ma la piccola morettina tiene botta per tutto il tempo in maniera egregia, andando al microfono giusto per In
The Cold Cold Night accolta con esaltazione da tutti.
Degni di nota gli spasmi da "ho dei brividi della madonna" durante
I Just Don't Know What To Do With Myself, credo di non essere stato il solo a provarli.
Hotel Yorba,
Ball & Biscuit,
My Doorbell, mi fermo qui: oltre un'ora e mezza di concerto, la lista sarebbe davvero troppo lunga e non avrebbe altro risultato che far mangiare il fegato a chi purtroppo si è perso questa data.
Come da pronostici,
Seven Nation Army come pezzo di chiusura, un rigore a porta vuota chiamato più volte dal pubblico durante il concerto.
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