Il colloquio con i genitori
Bello come il sole, a spaccare il minuto se non prima, arrivo al fatidico colloquio con i genitori. Io dall'altra parte chiaramente, che figli in età scolare credo di non averne. Qualche dritta, nei giorni precedenti, l'avevo anche chiesta ai professori scafati. E tutti a dirmi "Sii bastardo, fino in fondo e pure di più se ci riesci!" "Ok, faccio io. No problem. Farò così"
E poi si arriva al momento clou. Si aprono le porte ed entra la fiumana di mamma e papà. E dire che sono in una scuola dove la stragrande maggioranza non si impegna nulla. E dire che sono in una scuola dove la stragrande maggioranza oltre a non impegnarsi nulla si rende anche antipatica. E dire che sono in una scuola dove la stragrande maggioranza gareggia per essere il più casinista.
Insomma, i presupposti c'erano tutti per far crollare i genitori, per deluderli e per farli tornare a casa pronti per una sequela di insulti e schiaffoni verso i propri figli.
Ma niente.
Io pure volevo, già dal primo, calcare la dose sulle cose negative e nemmeno accennare, a quei pochi spunti, quei pochi bagliori di cose positive. Volevo.
Poi la prima mamma, mi fa pensare a mia madre, che tornava a casa con le lacrime agli occhi. Madre di un figlio che mai ha fatto un cazzo, e mai farà per rendersi brillante ai genitori.
Mi sono ricordato questo.
E mi sono ricordato anche della spocchia assurda dei miei professori. Dei in terra per un'oretta. Assoluti protagonisti e leader nel mondo nei confronti dei genitori merdine.
E allora fanculo. Che cazzo. Io pur essendo un novizio sono nella stessa loro posizione, e mai mi sognerei di darci dentro malissimo e pesante.
E così uno dopo l'altro mi arrivano. E io butto giù. Uno sfogo felice. Ad esaltare in maniera iperbolica ed esponenziale i pochi cenni di positività. E a segnalare con nonchalance e a bassa voce gli enormi problemi disciplinari ecc... Che poi io sono un ragazzo (quasi) come i miei alunni.
E alla fine, quando durante l'aperitivo del post colloquio, al terzo sbagliato, ripenso al colloquio mi sento bene. Mi sento un professore nonvecchio (nuovo) stampo. Cioè di quelli che gode per essersi comportato bene nei confronti dei miei ragazzi, e che non gode per essere consapevole che alla sera i ragazzi passeranno un brutto quarto d'ora per colpa mia...
E continuo a sentirmi bene. anche se forse sbaglio...
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