Bikini The Cat + Black Wire @ Spazio 211, 12.01.06 Torino

I Bikini The Cat sono un promettente power trio italiano che su disco si muove in territori pop, punk, rock, con pizzichi di sonorità che vanno per la maggiore di sti tempi. Dal vivo ho notato qualche differenza; emergono soprattutto un paio di aspetti: la voluta "decadenza" (alla Elastica) nell'impostazione di voce della cantante Leila e la eccessiva durata di alcune canzoni che non trova riscontro su disco, e che soprattutto non è giustificata in quei particolari episodi in cui è l'immediatezza il punto di forza.
In ogni caso i tre ragazzi sul palco ci sanno fare, e bene; muovendosi affiatati e con disinvoltura in veloci trame rock, con il giusto atteggiamento aggressivo. Nella front woman Leila spesso sembra di intravedere alcuni riferimenti alle riottose leader di Yeah Yeah Yeahs o Sleater Kinney. Ma non è solo apparenza; i Bikini The Cat hanno alcune tracce catchy e ben costruite come Carefully Line o Emily Bronte. Spesso ci si rivolge all'estero per vezzo o per snobismo nei confronti dei gruppi nostrani; quando ci sono gruppi simili ai veronesi Bikini The Cat c'è solamente da essere soddisfatti.

i Black Wire sono in tre, voce chitarra e basso, e arrivano da Leeds, città che negli ultimi tempi sta sfornando new things a raffica (Cribs e Kaiser Chiefs). Il cantante è una versione ripulita di Pete Doherty, ovvero sul palco fa il fenomeno; salta, fa i balletti, gli sguardi allucinati, la passerella in mezzo al pubblico. Mi sa molto di fenomeno a tavolino; ma non è tutto negativo; perchè ci danno veramente dentro; nessuno dei tre si risparmia e riescono nell'intento di far muovere (almeno testa e spalle) alcuni di quelli che si trovano di fronte a loro, contenti e stupiti di questo coinvolgente mix tra Clash e Libertines.
Nel loro repertorio un paio di tracce su tutte ovvero Attack! Attack! Attack! e Hard To Love, Easy To Lay in grado di suscitare entusiasmo anche al primo ascolto.