bloc party @rollingstone - 21.11.2005
- locale diverso, con palco più grande,
- impianto scenografico un po' pacchiano ma comunque impressionante,
- molta più gente che canta i pezzi e,
- un Kele più in vena
Se questa fosse la settimana enigmistica, le righe qui sopra si troverebbero a pagina 46 come soluzione al gioco "scopri le differenze".
Ok, le differenze tra cosa? Semplicemente, queste sono le differenze che ho colto tra il concerto dei Bloc Party di ieri rispetto alla loro ultima apparizione milanese, lo scorso 25 aprile.
All'epoca l'impressione è stata "Woah! Gran bel concerto!", seguita da un "Ma...".
"Ma poteva essere meglio."
Silent Alarm è uno degli album che mi hanno accompagnato durante quest'anno. Nonostante i numerosi ascolti, non sono riuscito a consumarlo, cioè ad arrivare a punto in cui arriva quella strana senzazione, simile a quella leggera nausea provocata dal terz'ultimo cucchiaio di gelato che ti separa dal fondo di una metaforica vaschetta da un kg: ovvio avere delle aspettative mostruosamente elevate, no?
Quando ti aspetti tanto, è normale - nonchè quasi accettabile - rimanere un poco delusi.
Mancava quel qualcosa che separa un bel concerto da un ottimo concerto. Il mio dito indice ovviamente si è posato sui più probabili colpevoli: Gordon e Russell, rispettivamente bassista e chitarrista, con un unico capo di imputazione, non essere allo stesso livello di Kele e Matt.
Sette mesi fa, imputavo quel "Ma poteva essere meglio" ad una presunta fase adolescenziale dei Bloc Party come gruppo: "Sai, non sono ancora delle bestie da palco, ma in futuro ci stupiranno!"
In una situazione del genere non puoi far altro che:
1) Tirare due madonne per averli inconsapevolmente snobbati, quando facevano da spalla agli Interpol l'anno scorso.
2) Rimanere dispiaciuto per il bidone che ci hanno tirato in occasione dell'Indipendent.
Perchè, l'essere presente in nell'esatto momento in cui un gruppo riesce - finalmente! - a dare il massimo, è un qualcosa che risulta davvero difficile da rendere a parole.
Giunto al rollingstone in compagnia della mia collega da concerti, speravo proprio che quel momento coincidesse con ieri sera:
- abbiamo spintonato non so neanche quante persone pur di arrivare ad una distanza decente dal palco;
- abbiamo ballato per quasi tutto il tempo, grazie a quel fabbro mancato di Matt Tong;
- ho riscontrato che, per rispettare le tradizioni, la mia collega da concerti trovava intrigante almeno uno degli artisti, nel caso specifico il bassista*;
- abbiamo osservato Kele interagire in modo divertente con il pubblico, mentre il filo del microfono si impigliava in ogni oggetto presente sul palco;
- ho malignato contro il chitarrista, sostenendo che ad un certo punto Kele avrebbe annunciato al pubblico: “Al nostro chitarrista sono spuntati i peli pubici!”**;
- abbiamo cantato, quando anche buona parte dei presenti lo faceva (non sono molto intonato, lo ammetto...);
- ho scattato foto su foto;
- ho urlato quando ho sentito per la prima volta Two More Years dal vivo;
- ci siamo gettati addirittura nel gioioso pogo a tre metri dalle transenne, rimediando quelle canoniche 4 ginocchiate nella schiena e dimostrando un'età di circa 16 anni, ma quando ci vuole, ci vuole!
Banquet mi è sembrato il pezzo migliore, ma sopra la media sono state pure Price of Gas, She's Hearing Voices, Helicopter, Blue Light e quella meravigliosa Pioneers che ha chiuso i bis.
"Ma..."
Ma ieri sera, non era "quella sera", è stato un bel concerto, ma le senzazioni erano le medesime di quelle riscontrate in aprile. Concerto fotocopia, gradevole ma con un retrogusto amarognolo.
A questo punto, qualche dubbio mi pare legittimo.
Forse Silent Alarm ha goduto di un ottima produzione, capace di valorizzare al massimo il lavoro dei ragazzi. Il massimo o forse pure anche di più.
Forse è l'atteggiamento sconsolato con cui Russell e Gordon calcano il palco.
Forse i Bloc Party in realtà non sono altro che un duo Voce+Batteria, con due turnisti co.pro. al basso ed alla chitarra.
Forse mi sbaglio e sono solo incontentabile.
Probabilmente, la prossima volta che i Bloc Party passeranno da queste parti, io sarò sul posto e, forse, uscirò dal locale camminando a tre spanne da terra.
*: sul momento ho commentato “Ma non è un po' gggiovane?”, ma ora te lo posso dire, cara collega da concerti: Gordon ha ormai quasi 30 anni.
**: anche in questo caso, l'apparente giovane età è da imputarsi ad uno stile di vita davvero poco rock&roll. Fuori dal locale si ironizzava sul fatto che ad attenderlo non c'erano groupie ma una babysitter, ma in realtà ha quasi 25 anni, nonostante ne dimostri giusto una decina in meno.
0 Comments:
<< Home