Turin Brakes @ Rainbow Club - Milano - 7.10.2005
Metti un venerdì sera di pioggia a Milano, proprio uno di quelli che urlano "è iniziato l'autunno, se ancora non te ne sei reso conto"...
Metti che ci siano un paio di biglietti, in attesa di essere brutalmente strappati da un bel po' di tempo...
Metti che la serata in questione preveda una generosa dose di Turin Brakes, serviti alla giusta temperatura, in un Rainbow per una volta non affollato...
Metti che, il tutto si misceli al punto giusto, fino ad ottenere una dimensione "da cameretta", accogliente e non straniante.
Con me c'è un'amica, non proprio a digiuno di concerti ma quasi, una che i Turin Brakes al massimo li ha sentiti in occasione di qualche - purtroppo sporadico - passaggio radiofonico.
Questo fatto mi incute un terribile timore: so già che arriverà l'esclamazione "Ma scusa, i loro pezzi sembrano tutti uguali!", la stessa frase che più di una volta ho sentito pronunciare, la stessa cosa che - lo ammetto - più di una volta ho pensato nei momenti di "ascolto sbagliato". Perchè Olly e Gale si meritano un angolino tutto per loro, senza alcuna presenza di disturbo.
Con tre bravi turnisti al seguito, i nostri eroi si dividono il palco, seduti.
La mia amica si prende una cotta per la voce di Gale ed aggiunge "E' anche un gran bel ragazzo", così da farmi temere un suo beau geste groupistico a fine concerto, con tentativo di effrazione nel camerino, urla varie e lancio di perizoma...
I tre anni passati han fatto evaporare quasi tutta Ether Song, che infatti lascia solo una rappresentanza diplomatica. Non so se rattristarmi o esserne sollevato, quell'album l'ho letteralemente consumato nel giro di un paio di mesi. Al punto di amarlo ed odiarlo allo stesso tempo, per motivi assolutamente personali.
Lecito aspettarsi molte tracce dall'ultimo JackInABox, sorprendente trovare così tanta roba da The Optimist LP, che mi prometto di riascoltare facendo due nodi al fazzoletto: per una The Door eseguita così, uno solo sarebbe poco!
Quando Gale si alza per rubare momentaneamente il piano, l'amica nota che non si tratta propriamente di una pertica e ci rimane un po' male: un po' stizzita lancia la temutissima frase "Ma-i-pezzi-sembrano..."
"...tutti-uguali? Ah, lo trovi basso, eh?"
"Eh sì..." (qualche minuto più tardi la sorprenderò a controllare la mia altezza facendo spalla-spalla)
Il concerto si snoda via via come una gita in bici su di una strada di collina, con qualche accelerazione - ma non troppe, sempre di Turin Brakes si parla - e qualche curva: un "assolo di contrabbasso eseguito sulle ginocchia con una fottuta posa-rock-dei-vecchi-tempi" io riesco a descriverlo solo così, meraviglioso.
Quando poi rendo conto di aver sentito - tra le altre gustosissime cose - Breaking The Girl (sì, proprio quella dei Chili Peppers!) guardo sul fondo del bicchiere in cerca di funghetti allucinogeni, ma trovo solo del ghiaccio ormai sciolto.
Maledetti, siete riusciti a sorprendermi.
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