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22.9.05

dEUS - The Pocket Revolution ReLoad

Un paio di conversazioni su messenger, qualche scambio di email con persone lontane e una recensione coi controcazzi mi hanno fatto riprendere l'ultimo disco dei dEUS, Pocket Revolution. Non lo avevo posato definitivamente, per carità, ma solo messo un attimo lì, a portata di mano, per riprenderlo un po' più avanti.

E infatti l'ho ripreso l'altro ieri sera. Da parte mia sento un dovere morale nei confronti di un gruppo incredibile, che mi ha letteralmente fatto sognare sia su disco che dal vivo (lontanissimo 1999). Le parole sugli album precedenti sono superflue. Chiunque abbia buon gusto sa che si tratta di capolavori e non c'è niente da aggiungere.

E proprio per questo mio dovere morale inzia un ascolto attento in cui cerco di sviscerare i contenuti e così parte Pocket Revolution e le sensazioni di un mese fa si confermano. Non è più un disco dei dEUS, ma un'altra cosa! Non tantissimo, ma comunque un'altra cosa. Dal punto di vista della "struttura" siamo come al solito di fronte alla perfezione.
Ma c'è dell'altro. Sembra che Barman e soci si trattengano, ho questa sensazione in quasi ogni traccia; le famose trame di chitarre che facevano pensare, sognare, addirittura viaggiare le avverto solo in cold sun of circumstance che è una meravigliosa canzone dei dEUS vecchia maniera. Il resto dell'album ha "solo" splendidi cenni e qualche notevole spunto del passato.

Si avverte il cambio di line-up, si avverte forse il troppo tempo (6 anni) lasciato passare prima di rimettersi al lavoro, gli anni che passano, chissà! In definitiva è un album che può risultare eccezionale per chi si approccia ai dEUS in questo momento per la prima volta. Per chi li conosce e li adora da anni lascia qualche retrogusto. Un peccato!




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