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29.9.05

Come down to the Dandy Warhols

Sono un fanatico delle anteprime musicali, quasi maniaco. Voglio avere i nuovi advance il prima possibile, ascoltarli e farmi un'idea prima che escano le recensioni e prima di sentire giudizi altrui. Per questo motivo il 90% dei miei ascolti è di materiale recentissimo; mantengo a distanza di mesi solo gli album che ritengo più che meritevoli, archivio gli altri e li metto via.
E così raramente mi capita di sentire qualcosa dell'anno scorso; ma ci sono gradevoli eccezioni: ambulance ltd, moving units e death from above 1979 sono lavori passati per le mie orecchie decine di volte anche quest'anno.

Image hosted by Photobucket.comUna cosa quasi impossibile è invece prendere un cd datato (dai 3-4 anni in poi) e riascoltarlo. Ma in sti giorni sto ascoltando Come Down dei Dandy Warhols con una chiave di lettura / ascolto totalmente diversa rispetto a quella risalente al periodo in cui l'ho comprato (1998 circa).
Ai tempi ero all'inizio della mio percorso musicale. La mia "cultura" me la facevo con NME, i video di MTV oltre l'una di notte e un negozio di dischi valido. Era la mia fase britpop e dintorni. Il tempo che passavo ad ascoltare musica era totalmente dedicato a gruppi come Supergrass, Travis, Stereophonics, Gomez, Suede, Dodgy e mille altri dell'ondata uk di quegli anni.
MTV però aveva tirato fuori un video efficace con una canzone di facile presa. Parlo della fenomenale Last Junkie On Earth... Ai tempi, come non innamorarmi di quella canzone patinata, immediata, colorata, furbetta. E mi piace ancora. Ma...

Ma... Ma in questi giorni c'è stato DIG! che mi ha fatto tornare in mente quel disco e mi ha fatto capire che molte delle tracce che skippavo o che ascoltavo senza attenzione sono depositarie di atmosfere che adesso adoro. Parlo di questa specie di neo psichedelia che trapela da 4-5 canzoni di Come Down.
Ne sono abbastanza succube, dopo il carico di immagini e ottime vibrazioni che il documentario in questione mi ha dato.

E così ho rispolverato un tesoro quasi dimenticato, e ora lo ascolto tutto. Un disco particolare perchè le tracce si dividono tra un bel pop di maniera (oltre a last junkie ci metto anche Everyday Shoul Be A Holiday) e appunto, alcuni bei viaggioni, caleidoscopi di musica e colori, commistione di passato e presente, come Minnesoter e Good Morning capaci di farmi oscillare la testa e strapparmi alla statale immersa nella nebbia.

Strano gruppo i Dandy Warhols, dalle ottime potenzialità. Peccato che poi dopo un altro album meritevole (Thirteen tales...) si sono un po' sputtanati con un trio di album per me inascoltabili.

Image hosted by Photobucket.comHo avuto la fortuna / sfortuna di vederli due volte dal vivo. Fortuna perchè li ho visti nel periodo pre omnitel (Bohemian like you 20 volte al giorno in televisione ce la ricordiamo tutti), fortuna perchè ho fatto qualche parola con Zia.
Sfortuna perchè è il peggiore gruppo che abbia mai visto dal vivo. Suoni sempre schifosi, resa bassa, indisponenza a livelli da leggenda. La seconda volta ho anche fatto un discorso (io non lui) con il tipo che nel video di Bohemian like you fa roteare il microfono, conducendo una specie di karaoke, con l'anello al naso di tipo bovino. Lui non ha quasi detto niente o rispondeva tuttaltro perchè era fuso come la merda; ma sta cosa la ricordo comunque come un episodio divertente.

E dopo tante parole: Minnesoter e The Good Morning




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