Afterhours @ Contro, 30.08.05 Castagnole (AT)
Concerto bello per suoni, impegno e resa. Scaletta non delle migliori. Questo è stato l'sms che ho mandato ieri notte ad un paio di persone che mi chiedevano pareri sull'esibizione a Castagnole Lanze degli Afterhours ed è tuttora la mia personale sintesi della serata.
Ancora oggi sono sorpreso per la qualità audio di ieri. Dopo anni di onorata partecipazione al Festival "Contro" in cui il pessimo audio è stato un boccone amaro da ingoiare sempre, concerto dopo concerto, anno dopo anno, ci ero quasi abituato. E invece, un signor palco ed evidentemente un lavoro più che discreto hanno stravolto questa consuetudine. A cercare di rendere la cornice suggestiva ci pensano anche i fuochi d'artificio, e finiti questi, gli Afterhours attaccano. Sgrano un po' gli occhi, mi concentro su una figura sul palco che non mi aspettavo di vedere. Uno stilosissimo quarantenne con qualche chilo in più di quelli che ricordavo. Stasera ho il piacere di vedere gli Afterhours feat Greg Dulli. E Manuel Agnelli per sta cosa è gasatissimo, lo si vede, gli suona davanti, fa le sue mossette ma solo per lui; è felice.
Frattanto siamo già almeno alla quarta canzone dell'ultimo album e vedo attorno a me uno stato di esaltazione collettiva che non mi convince. Le tracce di Ballate Per Piccole Iene sono belle, non ci piove, ma a un fan degli Afterhours come dio comanda, possono fare breccia solo attraverso un primo strato di emozioni, quelle legate alla poesia, ai testi, ai ricami a cui Manuel Agnelli ci ha sempre abituato. Nel corso del concerto l'ultimo lavoro è stato suonato quasi tutto e devo ammettere che la trasposizione dal vivo è davvero esemplare, però il top è stato in altri momenti, quando alcuni tra i mostri sacri sono stati finalmente eseguiti. E parlo di Rapace, Veleno, Male di Miele, Bye Bye Bombay... Non è il solito discorso per privilegiare i fans storici. No, perchè anche un fan dell'ultima ora (disco) viene contagiato all'istante e capisce che tutto il buono che c'è nella poesia, testi, ricami di prima ecc... nei pezzi vecchi è esaltato e amplificato da un impasto sonoro che in Italia non ha simili.
E come non parlare di Strategie, canzone che dal vivo aspettavo da almeno una decina di concerti, e come me tantissimi altri, a giudicare dalle facce stupite ed estasiate che avevo attorno; la sempre splendida versione di Quello Che Non C'è arrangiata magnificamente dal violino di Dario Ciffo, Voglio Una Pelle Splendida altra sorpresa nell'ennesimo bis.
Ma la scaletta poteva essere magnifica, quanti i pezzi saltati, quante le canzoni che se suonate avrebbero causato il delirio. L'elenco è lunghissimo, l'aver suonato Strategie lenisce leggermente questa mia delusione...
Ormai gli Afterhours sono una realtà più che solida, quasi un carrozzone in cui c'è posto per tutti. Greg Dulli ha il suo discreto spazio (e ci mancherebbe), a Dario Ciffo il compito di cantare Dea. Insomma riempono due ore in maniera egregia dal punto di vista tecnico e stilistico. A cercare qualcosa che non va a tutti i costi, trovo che Sui Giovani... non sia stata fatta molto bene, però è anche difficile tiratissima com'è.
Ora non mi resta che aspettare il prossimo concerto e sperare in una scaletta migliore.
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