Dal porchettaro
Porchettaro, putrido, vuncio, zuzzuso, paninaro. Avete capito benissimo, parlo del chiosco ambulante, furgoncino o camioncino che sfoga ogni tipo di fame prevista e non a colpi di ipercalorici e grassi panini deep filled. Dal classico con la salamella, alla piadina, al panino con wurstel. Tutte le salse possibili e ogni tipo di verdura (crauti, cipolle, melanzane, peperoni...) ad accompagnare...
Dalle mie parti fino ad una decina d'anni fa erano praticamente un miraggio. Si vedevano solo durante le feste di maggio. Poi evidentemente la moda e il fiuto del business hanno fatto sì che spuntassero un po' come funghi nei punti nevralgici, ovvero poco prima dei caselli autostradali, in prossimità delle discoteche e addirittura di fronte all'ottimismo palace (quest'ultimo aperto anche di giorno).
Ho iniziato quindi a conoscere quelli di torino in anni di movida, quando la boffa chimica andava placata a colpi di salsiccia maionese crauti e cipolla, tuttora la mia combinazione preferita, e mese dopo mese, serata dopo serata si individuavano i migliori artisti della ristorazione da battaglia, anche grazie a un fitto passaparola tra i forzati del nightclubbing. Per molto tempo a torino il mio preferito era quello dalle parti di palazzo del lavoro... Di questi grandi personaggi ricchi di aneddoti, mi ha sempre incuriosito il nome dato alla propria struttura commerciale, spesso fantasiosa e ognitanto con errori grammaticali madornali proprio nell'insegna. A volte furgoncini recuperati chissà dove, a volte dei veri colossi nuovi di pacca e ipertecnologici... Spesso nei miei sogni c'è stato anche quel mestiere... Che poi non ho mai capito se c'è un nome esatto, secondo me cambia molto da regione a regione, se non da compagnia a compagnia. Io comunque dico sempre: "Ci spariamo un panino al putrido?"
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