Sabato sera romano (deep filled)
Mangiare una pizza a Roma, non è come mangiare una pizza da ste parti, o per lo meno così è stato sabato sera. Nel senso che il piatto con la pizza è solo una fase della serata gastronomica che prima inizia con un mix di fritto ammazzatutto, che però io accolgo contento di morire in questo modo. L'antipasto superfried comprende supplì, mozzarelline fritte, olive ascolane, patatine, verdura con pastella, arancini, paste cresciute, crocchette e qualche altra diavoleria.
Per me l'intossicazione alimentare del genere salato è meglio delle droghe più prelibate e raffinate e accolgo tutto in preda ad un euforia interna a livelli (quasi) mai visti. Cerco un po' di dissimularla dato che sono in trasferta, ma penso che agli occhi di tutto il locale sembravo il bambino delle elementari il giorno di Natale. Fritto e birra, birra e fritto; quando rallento parlo e rido, rido e parlo.
Il momento della pizza è difficilissimo, ormai sono a due tre passanti allentati, ma vinco la sfida quando in corpo ho già sostanze e calorie da cenone di capodanno. Un plurimo giro di limoncello miscela il tutto...
Mi sento ricoperto di pastella quando varchiamo un trendy locale nella zona di piazza fiume. L'ideale è ora ammazzarsi di beveraggio, ma fatico ad avvicinarmi al bicchiere vinto dalla stanchezza. Una vodkasauer e olè.
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