Ingresso a Roma (fase polacca)
E così venerdì si parte per Roma. Il gancio con gipì è direttamente sul treno e così mi avvio alla stazione, con la classica sosta al supermercato per la cena. Ne esco con cinque latte di birre e un tubo di pringles, ma state tranquilli: le patatine saranno solo sfiorate. Gli ultimi minuti sono di sigarette una dopo l'altra chè dopo non so quante e come potrò fumarle.
Il treno è quello dell'Etna, garanzia di personaggi pittoreschi e ricchi di aneddoti e storia. Non stavolta. Dopo qualche giro di birra siamo noi che scandalizziamo gli altri con i peggio racconti che hanno contraddistinto i dieci-quindici anni di carriera sociale...
Attorno a noi il silenzio. Purtroppo ci siamo gestiti male. Non siamo ancora arrivati in liguria che il beveraggio è finito. E allora sigarette al cesso come i ragazzini, risate, stronzate e discorsi che si ripetono. Ogni tanto un sms e una telefonata. Insomma l'entusiasmo fa correre il tempo e si arriva a Ostiense.
Non sono mai stato in una stazione polacca, ma così mi sembra la situazione una volta scesi dal treno. Sono migliaia, biondi, con zaini enormi. Gli annunci dagli altoparlanti son tutti per loro; le prime voci amiche sono di serena e director che ci accolgono; unici italiani oltre agli arancioni della protezione civile. Saluti e baci e sigarette, ci si butta a Trastevere. L'ingresso in un piccolo ma bello circolo Arci è allo scoccare delle due. Giri di birra in loop, e sigarette alla maniera di una volta, nel senso che qui Sirchia sembra proprio non essere arrivati. Con director giro di risate in scooter. Arrivo a San Lorenzo, sono entusiasta ancora a mille... qualche minuto di riflessione sul balcone vista cavalcavia e il primo impatto della romanità si spegne mentre in mutande mi addormento sul materasso... (continua...)
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