Sulla strada per hell paso
E partire da asti verso milano con il cd che non va potrebbe essere un presagio... Non ci penso e faccio bene, l'autoradio mi sputa quindi un trio di deficenti che vorrebbero far ridere con le loro radiocronache. Due risate, dopo mezzora, le faccio anche, ma solo perchè mi stavano sfinendo a imbecillaggine. Mi sento tutto precisino, fumo le mie camel facendo attenzione a scenerare bene, ho il giubbotto sul sedile passeggero, il biglietto dell'autostrada incastrato in un bocchettone, la via card nello scomparto e il sorriso a mille. Sta proprio andando in onda l'episodio del boss felice che se ne va trallallero a milano. Ho pure un foglietto con ogni deviazione, svolta, rotonda, curva, tombino prima del Rolling Stone. Mi mancano solo i pantaloni di vigogna trallalà.
Ma il dramma è in agguato. Cicco clamorosamente l'uscita e mi sento come il tipo dell'urlo di Munch, ma faccio tutto dentro di me... Di colpo tutto si annulla, bestemmio per l'autoradio, la via card mi cade dallo scomparto, scenero fuori, il cambio non è preciso, il ricordo di un sorriso e guardo il giubbotto a lato...
Semafori su semafori cercando un'ispirazione, anche perchè non sono mai nella condizione di chiedere a qualcuno di fianco. Già mi vedo scivolare nei navigli, prendere fuoco, causare un frontale di dimensioni bibliche, ma a un certo punto i miei occhi vedono una viuzza, una deviazioncina, una curva che quattro mesi avevo fatto, guidato dalle indicazioni di chi mi era a fianco. La percorro e i ricordi si stendono su strada guidandomi dove dovevo arrivare. Mi sento un dio dorato. Terza volta che guidavo in milano, e prima da solo. Insomma spacco il minuto, trovo un parcheggio fottutamente felice e iniziano le telefonate... (continua...)
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