Kasabian @ Transilvania Live 29.01.04 Milano
Il giorno dopo un concerto, guardo le scarpe e capisco se oltre a me il concerto è piaciuto anche a quelli nelle mie vicinanze. Già. Se le scarpe sono sporche, malconce e rovinate, allora vuol dire che c'è stato movimento, entusiasmo, bagarre intorno a me. E così è stato sabato 29 gennaio per i Kasabian, a Milano, al Transilvania Live.
Il layout un po' bizzarro della struttura ospitante l'esibizione aveva leggermente attutito le mie aspettative eccezionali e imponenti, aveva creato quel nonsochè fastidioso che poteva essere la rovina della serata. E invece no! Il clima ideale è stato generato da una playlist in crescendo, e poi il gruppo di Leicester ha fatto il suo esordio con il botto.
E le cartucce sparate hanno proprio colto nel segno. Qualità e impegno a mio avviso eccezionali. Breve durata, ma tutti i brani che si volevano sentire sono stati eseguiti, con un paio di inediti. Un set di un'oretta iniziato con I.D. che è forse il miglior modo per esordire, permettendo alla band di darci dentro e con classe per un minuto e mezzo circa, e poi arriva il front man ad alzare ulteriormente il tiro.
E dopo è la volta di Cutt Off e tra il pubblico sono già cenni d'intesa, sguardi che vogliono dire che i ragazzi ci sanno fare, che la performance sembra molto valida, che i suoni ci sono. E sul palco nessuno si risparmia. Il lavoro di vetrina è per Tom Meighan e Serge Pizzorno, con gli altri a fornire un egregio contributo.
Per chi conosce l'album ogni inizio di canzone è un emozione perchè ogni loro traccia ha qualcosa da dire, che sia l'arrembante Reason is Treason o Butcher Blues che per un attimo ti fa pensare che stai assistendo a una collaborazione con gli Air di Moon Safari o Test Transmission per dirne una dove alla voce sentiamo anche Pizzorno che sfodera sorprendenti qualità dal vivo. E ancora le altre, i pezzi grossi Processed Beats, L.S.F., un paio di inediti e la chiusura con Club Foot.
Durante alcune di queste canzoni sotto il palco è tutto un sommovimento, un ondeggiare continuo, bello, delirante, non molesto. E anche sopra non si risparmiamo nel regalare energia. Sono al primo album, ma sul palco si sanno muovere e gestire abbastanza bene. Molto affiatati, soprattutto la coppia di facciata, che per certi versi e sinergie sembra una cosa unica, due parole all'inizio e poi tutto a intese e sguardi anche loro.
Non mi potevo aspettare di più, anzi sì, per la lode avrei voluto sentire la cover dei Prodigy "Out of Space". Sarà per la prossima volta...
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